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Qui e ora!

Non è la prima volta, ormai, che utilizzo le cosiddette storielle come spunto su cui riflettere o per un insegnamento da condividere.
In fondo, si sa che racconti, favole, leggende, metafore, ecc, sono tutti strumenti, conosciuti fin dalla notte dei tempi, che hanno la capacità di evocare ed emozionare abbattendo il muro delle resistenze della razionalità.
E ce ne sono di talmente belle o di talmente efficaci che non trovo un solo valido motivo per cui noi dovrei approfittarne!

Prendiamo questa per esempio…

Un maestro Zen vide cinque dei suoi studenti di ritorno dal mercato, in sella alle loro biciclette.
Quando arrivarono al monastero, l’insegnante chiese agli studenti: «Perché andate bicicletta?»
Il primo studente rispose: «La bicicletta sta portando questo sacco di patate. Sono contento di non dover portare il peso sulla schiena.»
L’insegnante disse: «Tu sei un ragazzo intelligente. Quando sarai vecchio, non camminerai curvo come me.»
Il secondo studente rispose: «Mi piace vedere altri posti, guardare gli alberi e campi lungo il sentiero.»
L’insegnante lo elogiò: «I tuoi occhi sono aperti e in grado di vedere il mondo.»
Il terzo studente rispose: «Il ritmo della pedalata fluida libera la mia mente e il mio corpo.»
L’insegnante lo applaudì: «La tua mente rotolerà con la facilità di una ruota.»
Il quarto studente rispose: «In sella alla mia bicicletta, vivo in armonia con la natura, l’ambiente e tutti gli esseri senzienti.»
L’insegnante disse: «Stai pedalando sul sentiero d’oro della compassione.»
Il quinto studente rispose: «Io vado in bicicletta per andare in bicicletta.»
L’insegnante seduto ai piedi del quinto studente rispose: «Io sono il tuo studente.»

Prima di proseguire nella lettura, FERMATI UN ATTIMO!

Cosa ti vuole dire questo breve racconto?
In che modo ti riguarda?
Dove fa breccia, rispetto la tua vita, i tuoi comportamenti e il tuo modo di essere?
Perché è scontato che non sia un caso se hai letto tutto fino alla fine?
Di solito, quello che ci accade è sicuramente quello che ci serve?
Prenditi il tempo necessario per portare alla luce la tua lezione personale… Sono convinta che ne varrà la pena!

Detto questo…

È evidente che la storia fa riferimento a uno dei concetti, dei suggerimenti, delle regole cardine della filosofia dello ZEN, che posso sintetizzare come QUI E ORA.
Questa affermazione è ormai da tempo entrata a fare parte del nostro linguaggio quotidiano, almeno di quelle persone che si interessano o hanno una sensibilità verso le discipline olistiche, la meditazione, il buddismo magari ecc.

Per la mia personalissima esperienza, però, in pochi hanno compreso appieno il senso dello stare nel qui e ora, perché in genere per spiegare questo concetto si chiama in causa IL TEMPO… Il tempo, però, come lo intendiamo noi. Vale a dire quella cosa indefinibile composta di passato, presente e futuro, e che scorre/viaggia (non si capisce bene cosa faccia insomma!) inesorabilmente in modo lineare.

Perché l’ordine è PASSATO – PRESENTE – FUTURO, giusto?
Visto in quest’ottica, il qui e ora diventa un’esortazione a stare nel tempo presente, vero o no?
Ma allora la domanda è: cos’è il presente? Come funziona? Quanto dura?
Siamo sicuri che il tempo funzioni proprio come abbiamo detto?
Probabilmente non è questo il momento o la sede in cui parlarne.

Vi posso suggerire testi, autori, formatori che hanno affrontato brillantemente questa questione… e magari ne discuteremo in uno dei prossimi articoli…

Io credo che il concetto del qui e ora abbia a che fare di più con un atteggiamento nei confronti delle cose e della vita, più con un modo di essere che con il tempo.
Credo che la lezione che ci arriva dalla storia sia di SMETTERE DI FARCI NECESSARIAMENTE DOMANDE SUL PERCHÉ FACCIAMO LE COSE, sul perché accade quello che accade, sul perché dicono quello che dicono.
Io lo capisco che trovare una spiegazione, una giustificazione, a volte é rassicurante (sicuramente lo è per il nostro cervello!). Ma rassicurante non significa VERO, e soprattutto non significa UTILE.
L’unica verità è che le cose accadono perché sono buone per noi, sempre!
E quello che mi impedisce di rendermene conto e di imparare è proprio il fatto che siamo troppo in ascolto della nostra mente razionale che cerca spiegazione invece di fare silenzio, sentire e accorgersi.
Accorgersi è una bellissima parola, perché racchiude in sé 2 azioni fondamentali: comprendere e correggersi.

Ecco allora il consiglio di oggi…

Dai a te stesso la possibilità di ACCORGERTI.
Sorprenditi… e dimmi cosa accade!

Noi di Agapi cerchiamo di insegnare questa ‘regola’ a tutti i nostri alunni, perché quando impari a stare DAVVERO nel QUI E ORA mentre massaggi, la differenza si sente… E si sente perché sai sempre quale sia la cosa migliore da fare per il cliente/ricevente, senza doverci pensare, senza avere dubbi, senza esitazioni.

Se poi hai bisogno di aiuto per tracciare il tuo percorso, ed essere certo/a di arrivare alla meta, allora puoi sempre contattarmi e prenotare la tua CONSULENZA GRATUITA.

Ti basta seguire «questo link».

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