“Non ero centrato!”
“Mi devo centrare!”
“Hai bisogno di centrarti!”
“Ti manca un centro!”
“Ho perso la mia centratura!”
… e così via!
Sono tutte affermazioni che abbiamo ascoltato e/o pronunciato almeno una volta nella vita, giusto?
Potrei dire quasi che fanno parte del linguaggio comune, no?
Eppure… cosa vuol dire esattamente ‘centrarsi’ o ‘essere centrati’? È forse sinonimo di concentrazione? Significa meditare? Ha a che fare con la spiritualità? O con la razionalità? O con le emozioni?
Io credo che ognuno di noi abbia una risposta diversa, perché ritengo che la capacità di essere centrati sia quasi totalmente soggettiva. Ognuno di noi ha un proprio termine di paragone. Ognuno di noi ha un’esperienza di riferimento (in genere una in cui lo si è stati e una in cui non lo si è stati). Ognuno di noi ha uno standard o un modello da imitare, al quale aspirare, o da raggiungere.
Questo articolo non vuole quindi spiegare il concetto assoluto/generale di CENTRATURA.
In questo articolo vorrei semplicemente raccontarvi cosa significa per noi, quando ci approcciamo o insegniamo ad approcciarsi al massaggio.
Per noi la Centratura è sia una manualità che un modo di essere.
Se ti interessa questo argomento, allora continua pure nella letture…
Non solo ti fornirò le motivazioni per cui lo definisco modo di essere, ma ti insegnerò anche COME si fa!
Partiamo però dal principio e poniamo qualche presupposto importante…
Il massaggio, almeno per come lo intendiamo, lo viviamo, lo pratichiamo e lo insegniamo noi di Agapi, non si limita a essere un trattamento manuale, funzionale alla risoluzione di qualche problematica, al raggiungimento di obiettivi fisici specifici, o orientato al solo rilassamento.
È ANCHE questo (ed è anche molto più di questo, se vogliamo proprio vedere i benefici concreti e tangibili che apporta!), ma, per noi, principalmente, il massaggio è uno SCAMBIO ENERGETICO, tra l’operatore e il ricevente.
Uno influenza l’altro, inevitabilmente, sempre.
Questo perché siamo fatti di energia, e ognuno di noi, quando entra in relazione con un’altra persona (ma anche con un oggetto materiale o con un luogo esterno) ne viene influenzato, e a sua volta lo influenza.
Ovviamente non ce ne accorgiamo (non sempre almeno), però accade, per cui è importante tenerne conto, dal mio punto di vista.
Tornando al massaggio… l’obiettivo di un buon massaggiatore è quello che suggerisce OSHO, vale a dire apprendere la tecnica per poi dimenticarla e dedicarsi esclusivamente alle proprie intenzioni durante questo atto di amore.
Per cui, carico dei suoi intenti (di fare del bene, di aiutare, di rilassare, di curare, qualunque siano insomma), dal momento in cui inizia il massaggio tutta l’energia dell’operatore sarà guidata da questi scopi.
PROBLEMA…
E come la mettiamo se l’operatore, quel giorno, non è di buon umore, ha ricevuto una brutta notizia, ha la luna storta, non è al top della forma fisica, è preoccupato per qualcosa, sta vivendo una situazione particolarmente pesante o stressante?
Perché non ci scordiamo che anche il professionista più straordinariamente capace sulla terra, resta pur sempre un essere umano, e un essere umano può avere dei problemi personali (anzi, direi che è abbastanza improbabile non averne).
Per cui, come si fa?
ALTRO PROBLEMA…
Ammesso che l’operatore riesca a riempirsi unicamente delle sue intenzioni positive per trasferirle al ricevente…
Abbiamo detto che il massaggio è uno scambio energetico reciproco, per cui che succede se il ricevente è carico di energia non proprio positiva, se è molto teso, o molto arrabbiato, o molto triste, o molto agitato, o molto stressato?
Chi influenzerà chi? Chi avrà la meglio in questo scambio? Come ovviare a tutto questo?
Vi rispondo tra poche righe…
Ora faccio direttamente un salto sulla tecnica pratica che noi definiamo centratura. In cosa consiste e come si fa…
Una volta che il cliente è sdraiato sul lettino (è indifferente se iniziate in posizione supina o prona) si prende contatto con il suo corpo, poggiando delicatamente, ma in maniera sentita le mani in uno di questi modi:
- una sulla fronte e una sull’addome (se in posizione supina)
- una sulla fronte e una sul petto, all’altezza dello sterno (sempre in posizione supina)
- una sul petto e una sull’addome (terza opzione della posizione supina)
- una sulla schiena all’altezza della settima vertebra cervicale e una sulla zona lombare (in posizione prona)
- una sulla schiena poco sotto le scapole e una sulla lombare (di nuovo posizione prona)
Come scegliere? Qual’è meglio? Cosa cambia?
Non c’è un modo migliore di un altro di iniziare il trattamento con la centratura e, in realtà, l’effetto o il risultato non cambiano.
Il nostro CONSIGLIO è: o trovi il modo migliore per te, quello che ti fa sentire più a tuo agio, quello che ti rispecchia di più; oppure segui il tuo intuito e la tua sensibilità (e se vuoi diventare un massaggiatore o già lo sei… hai bisogno di entrambe!) e cerchi di percepire cosa è meglio per la persona sdraiata.
È chiaro che, se già in fase di colloquio, ti viene fatta una richiesta specifica (tipo “non sopporto che mi si tocchi la pancia”, oppure “il massaggio al viso non lo amo molto”) sai già che dovrai escludere l’addome, nel primo caso, o la fronte, nel secondo caso.
Tutto chiaro fin qui?
Ti ricordo che se hai dubbi o domande non devi farti NESSUNISSIMO PROBLEMA A CONTATTARMI. Puoi scrivere direttamente a info@centroagapi.it oppure andare alla pagina contatti e compilare il form.
Una volta preso contatto con il ricevente, bisogna fare altre 2 cose:
- entrare in ascolto con il proprio respiro, renderlo il più regolare e rassicurante possibile, e ‘centrarsi’ (ancora non ti ho detto cosa significhi né come si faccia, ma non mi sono dimenticata!)
- entrare in ascolto con il respiro del ricevente, verificare che sia (a sua volta) regolare e tranquillo, oppure attendere fino a che non lo diventa (perché nei primissimi minuti è abbastanza normale che il cliente sia un minimo ‘accelerato’; o perché è un po’ in tensione, e ci sta, o perché arriva da una giornata stressante, comunque ha fatto uno spostamento per recarsi da te, magari si rende conto solo in quel momento che deve andare in bagno ma ha vergogna di chiedervelo, oppure si sente addosso un cattivo odore e prova imbarazzo e quindi dobbiamo concedere loro il tempo necessario per trovare un po’ di calma).
Se questo non dovesse accadere neanche dopo i primi 3 o 4 minuti, allora vi consiglio di interagire con la persona e chiedere se è tutto ok, se potete fare qualcosa, se magari ha freddo o caldo, o qualunque cosa vi venga in mente per far loro notare che avete notato questa agitazione (anche se lieve). C’è anche chi fa finta di niente, aspetta qualche minuto in posizione di centratura, e poi inizia il trattamento (puntando o sperando su un cambiamento spontaneo del respiro e del battito cardiaco, in un secondo momento). Niente di male. Niente di sbagliato. Io, personalmente, come recita un antico stratagemma orientale, preferisco “partire dopo per arrivare prima”. Noi di Agàpi promuoviamo la comunicazione verbale con il ricevente, senza paura, ma al contrario considerandola uno strumento a nostro vantaggio, in qualunque caso, anche di fronte a critiche o feedback negativi.
Una volta terminato questo secondo e fondamentale passaggio, si può iniziare il massaggio.
E ora torniamo alla questione dello scambio energetico…
Mi capita spessissimo di ascoltare racconti di operatori (quasi un po’ spaventati) usciti stanchi, svuotati, o agitati alla fine di un trattamento, nonostante avessero “eseguito tutto correttamente” (sia rispetto alle manualità e alla postura da mantenere, sia rispetto alla propria “trasmissione” di intenzione).
Questo è il classico caso di contaminazione, vale a dire che il massaggiatore ha assorbito senza accorgersene l’energia del cliente, e questa lo ha influenzato, lasciandogli addosso sensazioni che non erano sue.
Si tratta di un fenomeno abbastanza normale… anche perché il cliente viene da noi anche per questo (che lo sappia o meno), per cui può capitare che non si curi di che tipo di energia o emozioni sta trasferendo mentre si lascia andare.
Allo stesso tempo, l’operatore può fare parecchie cose per evitare questo fenomeno (pratiche o meno pratiche):
- può massaggiare a piedi nudi (perché il contatto con il pavimento velocizza il processo di ‘messa a terra’ di queste scorie energetiche)
- può lavarsi le mani, le braccia, il viso con acqua rigorosamente fredda a fine massaggio, per ‘togliere da sé’ quello che non gli/le appartiene
- può fare qualche esercizio fisico, non appena il cliente sarà andato via (perché modificare la propria fisiologia è il modo più rapido per modificare le proprie sensazioni interne)
- può visualizzare (anche durante tutto il massaggio) di essere un vaso colmo di un qualunque liquido o materiale vi piaccia, oppure di luce, oppure di amore. Il concetto è che un vaso pieno, che trasborda, non può essere riempito o contaminato da nient’altro…
- può rimanere vigile sul proprio stato d’animo durante il massaggio (se ha un buon livello di consapevolezza e intelligenza emotiva), per cui va da sé che si accorga di cosa appartiene a se stessa/o e cosa al cliente (respingendo qualunque emozione tossica di quest’ultimo)
E potrei aggiungerne molte altre, ma credo che il concetto sia chiaro.
La vera cosa importante che dovete fare, è ricordarvi che questo fenomeno di ‘contaminazione energetica’ esiste.
Non è grave e non ci si ammala per questo. Però potrebbe mettervi i bastoni tra le ruote e rendere più faticoso un lavoro che invece dovreste solo amare…altrimenti perché lo fate?!
Quando invece è l’operatore a non essere nelle condizioni psicofisiche ed emotive ideali per praticare un massaggio, la faccenda cambia.
Cambia per il semplice fatto che la responsabilità di mettere da parte qualunque emozione, pensiero, sensazione negativa quando si appresta a iniziare un trattamento è la sua.
Ma anche qui…
Una soluzione potrebbe sicuramente essere (ed è chiaro che la consiglierei a tutti): intraprendere un percorso di crescita personale (corsi, libri, parlare con un coach o un counselor…) e lavorare su di sé, sul proprio livello di consapevolezza e la propria intelligenza emotiva (la capacità di riconoscere, gestire e orientare al meglio i propri stati d’animo). Dovresti conoscere perfettamente i tuoi problemi e i suoi limiti, in modo da non esserne sopraffatto, e dovresti anche avere un atteggiamento ottimista e propositivo verso la loro risoluzione (e non rimandare o semplicemente rimuginare senza agire o ancora peggio far finta di niente).
A questo proposito, noi di Agapi collaboriamo con professionisti del settore affidabili e super competenti, e li mettiamo in contatto con chiunque abbia voglia di optare per questa scelta.
Se hai bisogno, scrivi subito un messaggio al 349 3363473 e chiedi una CONSULENZA TELEFONICA GRATUITA. Potrai esporre il tuo problema o disagio o obiettivo, e ricevere immediatamente consigli sul percorso o il professionista più adatto alle tue esigenze! Se preferisci mandare un’email, puoi scrivere direttamente a info@centroagapi.it oppure andare alla pagina contatti e compilare il form.
Altre soluzioni più blande, ma più immediate, potrebbero essere:
- Non arrivare trafelati o all’ultimo secondo all’appuntamento con il cliente. Ritagliarsi almeno 15/20 minuti prima del suo arrivo per rilassarsi, e creare il proprio ambiente ideale senza trascurare nulla (musica, luci, aromi…). Già questo piccolo rituale, oltre al fatto che il cliente ne beneficia, serve a voi.
- Se siete amanti dell’attività fisica, potete fare un pochino di stretching, o di yoga, o di esercizi a corpo libero (stesso motivo di poche righe sopra: la fisiologia influenza i nostri stati d’animo e i nostri pensieri).
- Ricordati poi di respirare mentre sei nella posizione di centratura… Respirare BENE! Controlla l’ispirazione, l’espirazione e la velocità. Se vuoi, per facilitarti, puoi contare 5 secondi quando inspiri e 5 secondi quando espiri.
- Assicurati di essere comodo/a nell’abbigliamento e in qualunque altro dettaglio fisico o estetico. Sono pensieri che non dovranno farti venire dubbi dopo.
E anche qui potrei continuare la lista ancora per molto…
Ma ciò che conta è che voi troviate il VOSTRO modo di mettere a tacere le vostre emozioni, sensazioni e pensieri durante il massaggio. I vostri clienti se lo meritano. Se siete ‘decentrati’ lo percepiscono.
E tanto, qualunque siano le cause che vi tormentano, di certo non è in quell’ora che potrete risolverle. E se invece la risposta fosse “SI, POTREI PROPRIO IN QUELL’ORA”, allora annullate o rimandate il trattamento! Avreste così gratificato 2 persone: voi stessi e il vostro cliente.
Spero che questo articolo possa esservi stato di aiuto, o ispirazione o stimolo.
Mi piacerebbe avere un tuo feedback o ascoltare la tua esperienza a riguardo…
Ti ricordo dove puoi contattarmi senza farti NESSUNISSIMO PROBLEMA. Puoi scrivere direttamente a info@centroagapi.it oppure andare alla pagina contatti e compilare il form.